• Pubblicata il
  • Autore: Boy67
  • Pubblicata il
  • Autore: Boy67

La donna dei miei sogni … - Brindisi Trasgressiva

E’ la tipica donna dai capelli biondi ormai rari e dai seni piccoli (una seconda scarsa) ma gonfi e turgidi con due capezzoli che si vedono regolarmente da sotto gli indumenti spesso indossati senza reggiseno a motivi delle scarse misure e dai fianchi stretti ma con dei glutei da dea. Alta 1,70 m con un fascino, una sensualità e femminilità senza pari. Gli uomini per strada se la mangiano con gli occhi e si mozzicano i gomiti mentre la guardano passare a piedi o con la macchina. La conosco da tanto e quando la conobbi aveva circa 42, 43 anni. Sposata ad un uomo più vecchio di lei di 15 anni. Io invece l’amico di famiglia che poi si sposa e li invita anche al suo matrimonio, ma resta in segreto preso dalla passione per la statuaria femmina che sprigiona al solo passaggio sensualità e charm impareggiabili. Solo il suono della sua voce riempie di un calore tale da spaccarmi in due. Abbiamo anche fatto vacanze insieme e quando la vedevo in bichini al mare era per me un tormento. Quante volte avrei voluto osare, ma come potevo!
Ad un certo punto il marito mio amico mi confida che il sesso per lui era ormai cosa vecchia a causa di un diabete altissimo e di una prostata infiammata in modo tale da creargli impotenza e difficoltà erettili. Fu il momento che anche lei mi confida la cosa ma in modo più velato, ma ancora io non osavo. Ma pensavo: perché anche lei dice a me che dal suo lui non ha da molto tempo le attenzioni che vuole una donna matura ormai diventata una splendida 50enne.
A quel punto un giorno di tre anni fa (lei ormai 55enne) colsi l’occasione per parlarle. La incontrai per caso mentre ero in macchina e per farle un favore mi chiede di accompagnarla ad un appuntamento di lavoro a cui era in ritardo. Mi offro di aspettarla se non doveva essere lunga la cosa. Dopo aver atteso che terminasse il suo appuntamento di lavoro, ripartiamo alla volta di casa sua dove avrebbe voluto offrirmi un caffè visto che suo marito era a casa che l’aspettava.
Mi faccio coraggio e mi accosto con la macchina e le dico che volevo parlarle di qualcosa di importante per me. Lei prontamente mi dice: “Dimmi tutto! Confidati pure se c’è qualcosa che ti turba!” Ebbi un esitazione, interrotta solo dalla sua mano che si poggia sulla mia che era ferma sul cambio e mi ripete l’invito. Persi il contatto con la realtà e le dissi ciò che provavo per lei e che era lei la mia passione pura (anche se amo moltissimo mia moglie) e che solo con una donna come lei avrei voluto spalmarmi e struggermi per ore e prendere tutto ciò che una donna matura può dare. Menzionai senza pudore i miei desideri più reconditi per lei, come il desiderio di sbatterla per ore davanti, di dietro, di sotto e di sopra. Dissi tutto in un fiato! Seguito poi da un lungo silenzio. Le chiedo cosa pensava della mia rivelazione e non ci fu risposta. Riprendo a camminare con la macchina e la conduco a casa e durante tutto il tragitto non ci fu parola. Scende dalla macchina e lo fa senza nemmeno salutare. Ora immaginavo la catastrofe. Lo dirà a suo marito. Lo diranno a mia moglie e la tragedia è solo questione di ore!
Passano invece alcuni giorni e nessuno si faceva vivo. Strano, forse pensavo si stanno organizzando per trattare la questione, vista la sua delicatezza.
Passarono due settimane e mi arriva una telefonata. Era lei al telefono. La prima cosa che mi chiede: “Come stai?”. Le rispondo: “Come pensi che stia, mi sento di impazzire senza vederti e ne sentirti!” (Colsi così l’occasione per non piangermi addosso e non far scorgere nessun segno di paura o timore delle conseguenze). Così mi ripete: “Ma il tuo pensiero è sempre lo stesso di due settimane fa?” Io risposi che era il mio pensiero da 13 anni a questa parte e che al solo suo pensiero ho lasciato per strada tanto di quello sperma che avrei ripopolato l’Italia da solo! A quel punto la sento ridere di cuore e le mie paure caddero definitivamente. Così passa a farmi domande sul cosa avessi voluto veramente da lei. Così senza indugio cominciai a descriverle i passaggi possibili del nostro primo incontro. La mia fantasia mi portava a pensarla vestita di lingerie di colore nero, con un tanga da paura e con reggicalze e reggiseno a balconcino che lasciava intravedere i suoi seni duri e gonfi con due capezzoli simili a lingue di fuoco. Che avrei voluto trapanarla delicatamente nella sua grande fica preventivamente umidificata e alla fine eruttarle in culo come un vulcano in piena fino allo sfinimento. Lei a quel punto mi risponde stizzita dicendomi che non avrebbe mai permesso a nessuno di prenderla e sfondarle il di dietro dato che nemmeno a suo marito lo aveva mai consentito e poi diceva che era volgare! Disse: “Mi tratti come l’ultima puttana del quartiere?” La comunicazione si interrompe bruscamente senza che ebbi modo di replicare.
Passarono i giorni e mi chiedevo dove avessi sbagliato e che forse avrei dovuto andarci piano e poi magari vedere come andava a finire.
Non provai nemmeno a chiamarla, ma la settimana dopo fu ancora lei a richiamarmi e questa volta non fa domande, ma subito diretta dice senza nemmeno salutare e chiedere come mi sentivo: “Da quando mi hai rivelato le tue intenzioni e quello che mi vorresti fare senza mezzi termini, mi hai stravolta. Sono in fremito continuo. Non riesco ne a dormire e ne a mangiare. Poi nemmeno posso sfogarmi come sai con quel cornuto di mio marito, invecchiato prima del tempo e impotente senza speranza! Mi sono sfogata da sola per giorni fino a tre giorni fa e non voglio più farlo da sola!” Ci fu un silenzio e ancora mi dice: “Ma mi stai a sentire?” Un po’ balbettando le dico di si ma senza far capire quanto mi stavano eccitando le sue parole (non volevo toppare ancora). “Allora hai capito che non voglio più farmi da sola?” Le dissi che avevo capito benissimo ma senza scompormi le ripetei che le mie intenzioni non erano cambiate e nemmeno i miei desideri e le mie fantasie su di lei e che se dovevamo fare il botto, andava fatto con tutta la cassetta dei petardi.
Dopo alcuni secondi di silenzio mi dice: “Ci vediamo domani mattina alle 10.00 nell’appartamento della Gina, quello che uso per le mie riunioni di lavoro. La conosci, ci sei venuto una volta ad accompagnarmi, ricordi? Domani ho il permesso di usarla.” “Si, si” le risposi, eccitato come un bambino all’asilo. Ma le ripeto: “Portiamo tutta la cassetta dei botti? Lo sai che non ammetto limiti!” “Tu vieni e vedrai, ho delle sorprese per te” fu la sua risposta.
La sera prima mia moglie mi chiede di trapanarla, stranamente come spesso le avevo chiesto ma non aveva mai acconsentito. Ma non volevo svuotarmi troppo e così fingo di arrabbiarmi con lei e così dopo una lite piuttosto forte ci addormentiamo con me in versione di ‘offeso’.
La mattina esco verso le 9.00 e prima di arrivare mi fermo al Bar per prendere qualcosa di forte per prendere coraggio visto che stavo per trombare la donna dei sogni dei miei ultimi 13 anni! Arrivo giù al portone 5 minuti prima e suono al citofono con il mio solito trillo che lei conosce e dopo non molto mi vedo aprire il portone senza nessuna risposta al citofono. Salgo le scale a tre a tre per raggiungere l’appartamento all’ultimo piano della palazzina. La porta la trovo semi aperta. Quindi faccio per entrare ma prima di entrare la chiamo sussurrando il suo nome. Non c’è risposta e ancora faccio per chiamarla con voce più alta. A quel punto la sento dire: “Entra pure e mettiti in salotto!” Entro e mi tolgo la maglia per rimanere in camicia. Dopo alcuni minuti si presenta in tutta la sua meravigliosa sensualità così come l’avevo sempre immaginata, ma con una vestaglietta trasparente che copriva il top e il reggiseno a balconcino con una guepiere da sturbo su delle ciabattine con tacchi da 50cm con peluche alla punta e delle calze nere da sballo e con in mano un vassoio coperto. Mi dice: “Che fai non mi saluti?” Allora faccio per alzarmi dal divano e mentre lascia sul tavolino il vassoio chinandosi verso di me, la prendo tra le braccia e prendo a baciarla come un ragazzino alle sue prime esperienze e vedo che la cosa non la disturba affatto visto che la prima lingua ad infilarsi è la sua nella mia bocca ricca di saliva. Dopo almeno 3 o 4 minuti di ‘limonata’ si stacca come da una ventosa e mi dice: “Alza il vassoio su e vedi la sorpresa!” Alzo il vassoio e vedo del latte, del caffè, dei cornetti e un vasetto di vasellina con un vibratore”. “Quale di questi vuoi usare prima?” mi chiede. Smisi di parlare e con violenza prendo la vasellina e il vibratore da sul vassoio e la prendo con un braccio per portarla in camera da letto.
Arrivati li, la spingo sul letto e prima di lanciarmi su di lei mi tolgo la camicia e i pantaloni e fu evidente ormai la mia eccitazione visto che il mio pene calibro 20 era fuoriuscito dalle mutande ed era già bagnato abbondantemente. Poggio la vasellina e il vibratore sul comodino e prendo a leccarla di tutto punto. Comincio dalle splendide gambe che denudo pian piano dalle ciabattine e dalle calze che stacco dal reggicalze. Passo alla parte alta e le tolgo il toppino che le stringeva il busto già sottile e non smetto più di baciarla e leccarla per tutta la schiena, il tutto accompagnato da fremiti e mugolii. La rigiro come un pollo allo spedo e comincio a succhiarle i seni e i capezzoli che uscivano dal reggiseno a balconcino e che erano diventati di una lunghezza spropositata. Le sgancio così il reggiseno a balconcino e passo a sfilarle il tanga che ormai era fracido dei suoi umori. La vagina bionda (era proprio come la immaginavo) non avevo bisogno di inumidirla e infatti anche lei ne era sorpresa visto che quando si masturbava da sola era costretta spesso a inumidirla con saliva o vaselina dopo che era entrata in menopausa. Le passo la lingua dentro e fuori le grandi labbra vaginali e rimango a giocare con la clitoride che ormai era diventata un cetriolo semi curvo e bollente. Nel frattempo la sentivo mugolare e gemere e implorarmi di penetrarla. Ma le dicevo che non era ancora il momento. La rigiro ancora per prendere a leccarle quelle sontuose natiche e la bocca del culo che per l’occasione lo aveva rasato dai peli che ne circondavano il forellone. La sento fremere e gemere e implorarmi: “Penetrami ti prego! Penetrami e falla finita!” Ma non aveva ancora fatto il suo dovere e quindi le ricordai quanto fosse smemorata. La metto in ginocchio sul letto e mentre mi metto in piedi sul letto le affondo il pene in bocca e fu allora che smise di pensare a lei e cominciò a interpretare la donna dei miei sogni. Succhiava e insalivava a ripetizione fino a rendere la mia cappella di fuoco. La stendo sul letto e mi dispongo su di lei con la mia lingua sulla sua vagina bionda, umida e rosea e la penetro in bocca come se quella fosse la sua vagina. La sbattevo così violentemente che la costrinsi a conati di vomito continui. Mi implorava allora di sborrarla e che voleva bere e dissetarsi del mio sperma caldo. “Non è ancora il momento” le ripetei e la rimetto alla pecorina. “Stai zitta e prendilo ora dove dice il tuo ciccio!” Ma per aprirle il culo dovei usare un po’ di vaselina spalmata sul vibratore che le appoggiai alla base del foro anale mentre lo tenevo in bocca dalla base e le sfioravo delicatamente la vagina infuocata e scivolosa. Passai quindi a spingere e allargare l’ano roteando il vibratore a 360° mentre lo usavo a mo di pugnale. Mi implorava a quel punto di smetterla perché le faceva male, ma non la sentivo e le ripetevo di far silenzio e quando meno se ne accorse, al posto del vibratore si ritrovò il mio pene duro infilato per bene tra le sue urla di dolore e piacere.
Mi fermo e aspetto un suo cenno strozzato che m i comandava di continuare. Ingoia con forza la saliva che le era rimasta in gola e mentre prende a strofinarsi la clitoride mi chiede: “Spaccami una buona volta in due visto che ormai non ho più speranza di tornare indietro! Sfondami perché non potrò più fare a meno di te”. La colpii con nemmeno una diecina di spinte decise e profonde fino alle palle, che la inondai di sperma e urla orgasmiche di nessun precedente. Le sfilo il pene dalle natiche calde e sbrodolanti e la riappoggio con la schiena sul letto e prendo a pulirle il culo con dei fazzoletti umidi e profumati e le lascio fare lo stesso con il mio pene che era ancora residuante di sperma e di residui intestinali (Capite a me!). Così mi stendo sul letto e la metto a cavalcioni con le spalle a me che mi poggiavo sullo schienale del letto e poggiando il vibratore sul mio pube che tenevo con la mano la costringo a penetrarsi ancora, ma le chiedo intanto di rianimare il mio pene che non aveva smesso di recepire sensazioni di piacere. Piano piano lo risento vivo e propenso verso l’alto mentre ancora la sentivo singhiozzare di dolore e piacere visto che il vibratore che tenevo fermo con la mia mano sotto di lei le era arrivato fino allo stomaco penso.
Fu così che si rialza sulle ginocchia e si infila anche il mio calibro 20 (ma non ancora in tiro completo) in fica che prima aveva lubrificato con la vaselina che si trovava sempre sul comodino. Si agitava e roteava i suoi fianchi a ripetizione mentre si strofinava la clitoride impazzita, diventata color rosso del tipo lingua di una fasolara di mare. Io provavo dolore, ma anche un piacere fuori sordido e fu a quel punto che mentre sborrai ancora, le partirono delle urla di piacere che confermavano un orgasmo vero, ritornato dopo circa 8 anni di astinenza forzata a motivo dell’impotenza coniugale (orgasmo che mi confida in seguito non aveva mai provato con il marito).
La rialzo dolcemente per sfilarle il vibratore che ripulisco con le mani che poi ripulisco a sua volta con i fazzolettini umidificati sempre a portata di mano, ma mi chiede di lasciarla così ancora un po’ e così l’accontento mentre si appoggia all’indietro su di me e mi implora di continuare a strofinarle delicatamente la clitoride e così faccio mentre il mio pene si sfila dolcemente bagnando di sperma quella parte di letto dove eravamo, sperma che usciva dal mio pene esausto e grondante dalla fica ormai arroventata, raggiunge un altro orgasmo strozzato da imbarazzo e vergogna, ma la rassicuro baciandole il collo e sussurrandole quanto fosse stata meravigliosa e puttana al punto giusto. La mia puttana!
Rimaniamo in quella posizione per almeno un’oretta mentre le carezzavo i capezzoli dei seni duri e gonfi con la sua saliva e senza mai dire una parola la sfinisco con baci all’altezza del collo mentre lei ogni tanto riprende tra le mani il mio pene dopo averlo ripulito per bene.
Ci lasciammo come se fossimo stati amanti da anni e da allora i nostri incontri non sono stati molti visto che abitiamo lontani, ma quando sono dalle sue parti l’appuntamento è al solito posto o a volte a casa sua quando il suo lui non c’è o in albergo e la passione non è affatto diminuita, ve lo assicuro! Abbiamo provato di tutto e ora lei, quasi 60enne, mi confida anche qualche piccolo disturbo fisico dovuto all’età, ma non vuole essere compatita e quando siamo insieme non me lo da a vedere. Siamo una coppia mancata è vero visto che è più grande di me di circa 15 anni, ma quando siamo insieme nulla ci manca, mai una discussione, mai un dissenso, ci capiamo al volo e soprattutto la nostra intesa sessuale si merita un 10 e lode.
Così come si dice, a volte i sogni diventano realtà!

Vota la storia:




Iscriviti alla Newsletter del Sexy Shop e ricevi subito il 15% di sconto sul tuo primo acquisto


Iscrivendoti alla newsletter acconsenti al trattamento dei dati personali come previsto dall'informativa sulla privacy. Per ulteriori informazioni, cliccando qui!
31/12/2008 01:50

franco

complimenti

04/01/2009 09:23

Io

Ignorante analfabeta è dirti il minimo

Per commentare registrati o effettua il login

Accedi
Registrati